SOLO ANDATA
Il titolo pare quello di un Arcano Maggiore del mazzo dei Tarocchi: racchiude infatti destini e avventure, miserie e desideri, forza di disperazione, addii, abbracci, sogni e tante altre cose.
Basta trovare il tempo per leggere la carta, girarla, ed entrare in un universo di disinteresse e rimorsi, di empatie di un attimo, non tutte e non sempre sincere; di egoismi e di rimproveri all’ostinazione di chi insiste a farsi spazio nelle pieghe di un destino che pare a senso unico: il domani sta più in là, sulle tracce di passi segnati che possono confondersi o interrompersi e portare a vita o a morte.
Prende forma così l’altra faccia della carta, disegnata dalla mano che si chiude e si ritira o da quella che invece ne stringe un’altra le dà forza fino all’ultimo passo fuori dall’inferno.
Già troppe parole! Ora il disegno della carta è completo e ogni segno in più rischierebbe di cancellare qualcuno di quelli già tracciati.
Sì, perché ci sono parole che cancellano e molto spesso i pensieri del silenzio fanno meno danni. E’ da pensieri silenziosi che sono nati i lavori esposti. Silenzio e tempo hanno cercato colori, forme e materiali che non graffiassero volti già troppo segnati, che non mortificassero gesti già troppo disperati. Nelle geografie dei colori, nei pieni e nei vuoti delle superfici appena suggeriti non si incontrano i volti di “quelli” che sanno di andare per restare, vivi o morti.
Da un inciampo casuale nei versi di Erri de Luca raccolti nel titolo SOLO ANDATA (Feltrinelli, 2014), che ho “rubato”, è cominciato il mio viaggio di meditazione silenziosa. Ne è scaturito un racconto dei miei pensieri che avevo idea di condividere con chi, interessato, potesse regalarmene qualcuno dei suoi.
Piero Sacchetto
marzo 2017
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