“Il primo giorno. Poesie di amore e disamore”. Esce per Il Terebinto la prima raccolta di versi dell’avellinese
Miriam Barbone
L’incontro interiore con la sconvolgente dimensione dei sentimenti è il tema de “Il primo giorno. Poesie di amore e disamore”appena pubblicato per i tipi de Il Terebinto Edizioni, nella collana Carmina Moderna (136 pagg., 12 euro, nelle librerie fisiche e online).
Miriam Barbone - avellinese, classe 1995, laureata in Lettere Moderne e in Comunicazione pubblica e d’Impresa - inizia il percorso delle sue liriche partendo dalla dimensione onirica della fanciullezza, cresce attraverso le stagioni della vita e si scontra con la gamma dei sentimenti umani che sono a volte temuti, a volte invocati.
La donna che emerge, in una parabola altalenante di emozioni dirompenti o distruttive, è il risultato di una fusione tra l’esperienza umana e la poesia, oramai divenuta creatura inscindibile. Questa è una raccolta delle poesie più intense che l’autrice ha scritto negli anni giovanili. “Il primo giorno” è la forma contratta di “Il primo giorno dell’ultimo mese”, quello che voleva essere il titolo originale, abbreviato per ragioni stilistiche, fa riferimento alla sua data di nascita: il primo dicembre.
La scelta fa fede a quella che è la natura dei componimenti. Pur nell’idea di fondo di restituire emozioni nelle quali chiunque possa identificarsi, le poesie hanno una tendenza autobiografica: sono intessute delle storie, delle oscillazioni, dei drammi e delle necessarie gioie dell’autrice.
In molti casi, le poesie non superano la pagina, in qualche caso sono dei flussi di coscienza nei quali, tuttavia, ogni parola risponde ad uno stato d’animo sviscerato e riportato su carta.
“Il libro costituisce il completamento, quasi il coronamento, di un lavoro avviato diversi anni fa. - spiega Miriam Barbone - Al suo interno, infatti, sono contenute le poesie che, in qualche modo, ho “scelto” perché seguono pedissequamente il mutare dei tempi e delle stagioni della mia vita, più o meno solari, restituendo un’intensa altalena emotiva.
Amore e disamore in questo caso non hanno solo un’accezione romantica, che pure trova ampio spazio nei testi, ma sono espressione di una gamma sterminata di emozioni, alle quali solo la poesia ha saputo dare voce. Si tratta di contrasti e di note stridenti, in qualche caso, di parole tenui e carezzevoli, in altri, ma accomunate tutte dalla stessa esigenza di immortalare un momento e concedergli durata e valore.
Mi sono laureata in Lettere moderne e, successivamente, in comunicazione, ma mi piace scrivere da sempre. La parola mi ha sempre affascinato, prima di qualsiasi scelta. La mia maestra di italiano delle elementari, in terza elementare, mi apostrofò con l’epiteto di “poetessa”.
Oggi non so se fosse un monito a perseguire quella strada, o una piccola predizione ma, senz’altro, una parte di me, con merito più o meno soggettivo, si sente “poetessa””.