Invito all'inaugurazione della mostra
Paola De Rosa. 2 Vie Crucis a Castel dell'Ovo. Dipinti d'Invenzione
Mercoledi' 12 aprile 2017, ore 17.00
Sala delle Terrazze di Castel dell'Ovo a Napoli
La Sala delle Terrazze di Castel dell'Ovo a Napoli ospita, dal 12 al 25 aprile 2017, la mostra di Paola De Rosa 2 Vie Crucis a Castel dell'Ovo. In mostra, sono esposti due cicli pittorici realizzati nel 2012 e nel 2014-15.
Il primo ciclo pittorico, dal titolo Via Crucis d'Invenzione, è composto da 14 oli su tela e dai rispettivi studi a matita e acquerello su carta ed è stato esposto, a partire dal 2013, nel Museo Civico Rocca Flea a Gualdo Tadino, ne La Stanza dell'Aliprandi in Brera a Milano, nella Pinacoteca Civica Casimiro Ottone di Vigevano e, in parte, al Chiostro del Bramante di Roma.
Il secondo ciclo pittorico, dal titolo 14 Stazioni d'Invenzione, è composto da 14 dittici a olio su tela e dai rispettivi studi a gessetto su carta ed è stato esposto nel 2016 al Museo Emilio Greco di Sabaudia.
Queste due Vie Crucis, lontane dalla tradizione figurativa a cui si è normalmente abituati, condividono una stessa matrice spaziale composta da frammenti di un plastico di cartone, ispirato alle tavole delle Carceri d'Invenzione di Giambattista Piranesi.
Come indicato da Luciana Rogozinski, "il forte e costante orientamento sul Significato ne fa - della prima Via Crucis - un'operazione allegorica, una scena concettuale che coinvolge lo spazio, le architetture afunzionali, le pedine impersonali delle singole sequenze (le mele) e quanto di contemporaneo possa integrarvisi (i giornali come parti della sintassi ambientale). Dunque uno straniamento che rimette in causa il problema del Vortice, compreso quello storico, a cui il Significato è consegnato".
Come scrive Alessandra Muntoni in merito alla seconda Via Crucis, "Il Tempio di Erode - come le Carceri di Piranesi - è però di pietra, mentre quello di Paola De Rosa è di cartone. Qui si coglie una sostanziale differenza che serve per un contrasto voluto. Se il Tempio - Carcere è rappresentazione di materia quasi impalpabile, Gesù è invece rappresentato come carne grondante sangue. Egli attraversa i frammenti del Tempio distrutto avviandosi per la "via dolorosa" verso una meta non visibile, infinita. Anzi non percorre sempre quella via, spesso la vede dal di fuori, nell'assenza assoluta delle turbe, dei soldati, degli apostoli, delle donne. È una via tracciata come la pagina infinita di un libro. Anzi, del "Libro", lastricato coi caratteri che riprendono la trama ondulata alla quale i due fogli di cartone sono incollati. Il Libro è interpretato, dunque, come percorso. La Via è il Libro, è la Sacra Scrittura che viene percorsa per realizzare il nuovo Tempo".
Nel loro complesso, queste due Vie Crucis conducono, nell'àmbito di una ricerca pittorica, a possibili "interpretazioni che possono essere misurate con esperienze e significati presenti nella memoria di ciascuno di noi" (A. Muntoni).
La mostra è stata realizzata in collaborazione con l'Assessorato alla Cultura e Turismo del Comune di Napoli.
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