La Galleria Scoglio di Quarto, inaugura il 21 novembre 2017, dalle ore 18,00, la mostra personale “Tracce del Tempo” dello scultore Brunivo Buttarelli.
La mostra sarà documentata da un catalogo a cura e con testo di Francesco Pagliari.
Brunivo Buttarelli nasce nel 29 novembre 1946 a Casalmaggiore (CR) dove vive e lavora.
Si diploma nel 1968 all’istituto “ P. Toschi” di Parma dove, dal 1971 al 1990 è chiamato ad occupare la cattedra di Tecniche Pittoriche Murali. In questo periodo lavora prevalentemente come restauratore di pitture murali ed affreschi, più tardi anche di opere lignee e lapidee, e impegna molto del suo tempo nello studio e scoperta dell’archeologia.
Fonda il C.C.S.P. ( Centro Casalasco di Studi Paletnologici). Collabora con il Museo Tridentino di Scienze Naturali, realizzando stratigrafie, planimetrie e disegni in molti scavi in Italia Settentrionale. Nel 1986 inizia l’attività di pittore e scultore scenografo al Teatro Regio di Parma, incarico che dura fino al 1991. In questi anni matura un rapporto di conoscenza e famigliarità con le materie prime – il legno, la pietra, il ferro, la carta, la resina–delle sue future sculture. Nel 1990 interrompe l’attività didattica per dedicarsi completamente alla ricerca scultorea.
L’immaginario paleontologico che origina dagli studi e dalle ricerche sul campo, gli anni di pratica con lo spazio teatrale, la didattica e il restauro, l’imprinting nella manipolazione dei materiali che risale agli anni di bottega con il padre, falegname, costituiscono le garanzie artigianali di fondo, la struttura febbrile del suo genio creativo. Ha allestito numerose personali e molte mostre collettive e rassegne. Ha partecipato attivamente a convegni e simposi nazionali e internazionali. Numerose sue opere sono in musei, in collezioni pubbliche e private.
Tracce del tempo
Un’intensa profondità scorre nelle opere di Brunivo Buttarelli, interpolando materie ed accadimenti, ad una scala che talvolta appare dilatarsi verso l’amplificazione dei fenomeni di natura e prospezione multidisciplinare. Materie: sono le materie di una quotidianità che si contrassegna impregnata di proprie storie particolari, nel processo di “costruzione” (procedura che respira del senso vero del termine, in quanto Brunivo Buttarelli agisce con caratteri di artigianalità nel porre a contatto ferro, legno, pietra, carta, tessuti, nell’integrarli in una medesima opera, come un artefice che assembla parti e dona significati). Gli elementi materici vengono composti insieme, vengono forzati in una saldatura solidale; una connessione stringente si percepisce, si predispongono determinanti strati successivi di coesione, per elaborare effetti che oltrepassano le qualità specifiche del singolo elemento verso una trasmutazione sintetica nell’opera. Accadimenti: un anelito alla comprensione raggiunge forza dichiarativa, la storia si estende per sfiorare ere geologiche, attenta a riferirsi ad un dialogo in cui il tempo assume il valore di lontane origini e le variazioni si apprezzano secondo ordini di grandezza che trascendono una percezione rapportata alla stretta esperienza dell’individuo. L’idea di un quotidiano esistere non rappresenta l’unicità dei termini di confronto nel fare, l’unicità percettiva nei termini di lettura dell’opera. Geologia, paleontologia divengono scrigni di un tempo che deve essere appreso, in cui addentrarsi con capacità e consapevolezza, attraverso un itinerario di ricostruzione personale. Tracce del tempo che affiorano e rimarcano distanze apparentemente imperscrutabili: nelle opere d’arte di Brunivo Buttarelli si compie allora una sintesi nel presente degli intrecci artistici, portando a compimento una compressione dei fattori d’esperienza e di conoscenza, per instillare linee di fascinazione attraverso una mediazione, attraverso impronte che formano percorsi e narrano molteplici “storie” e rendono feconda l’osservazione. Sedimentare nell’opera una concrezione di elementi della realtà che viene scavata e dissezionata, una realtà che quindi diviene attuale, nel processo creativo del fare: l’oggetto, nell’intersecarsi di cristallizzazioni e procedimenti, viene condotto ad una fase espressiva, ad una parola che si fa discorso, in una continua rielaborazione di tempo e di spazio. Lo stupore del tempo che si condensa diviene un luogo fisico, nell’insieme di tracce ripartite, per un itinerario che si crea attraverso impronte fossili, lacerti evolutivi, sedimentazioni, trasformazioni della materia che simboleggia altro da sé: un grande archivio di segni, un libro di natura per parti da riconnettere in un racconto costruito per soste e per riflessioni ponderate. Ricostruire, forse, il senso del tempo, ragionando espressivamente nell’unione dell’indistinto, dell’incerto, verso una sommatoria di sensazioni che depositano bagliori interrogativi. Nell’approssimarsi alle plurime dimensioni dei manufatti artistici (pittorici e scultorei) che creano distanza o colloquio ravvicinato, nella ricerca di una sintetica forma di apprendimento per esempi, nell’assimilazione di qualità mimetiche e trasformative nella materia artistica, non si esauriscono i battiti di un tempo che si determina man mano: vedere per conoscere ed immedesimarsi in un itinerario complesso, composto di concretezza e di allusioni, e far nascere un proprio scorrere individuabile.
Francesco Pagliari novembre 2017
Inaugurazione: martedì 14 novembre 2017, dalle ore 18,00
È visitabile dal 21 novembre al 7 dicembre 2017, da martedì a venerdì (ore 17,00/19,30) o su appuntamento.
Galleria Scoglio di Quarto, via Scoglio di Quarto 4 – 20136 Milano
info@galleriascogliodiquarto.com – www.galleriascogliodiquarto.com - tel. 0258317556 – cell. 3485630381
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